LA SPADA DELLA PACE

di Pietro Dal Maso

Istituto di Istruzione Superiore “G. Silva – M. Ricci” Legnago VR

In Giappone, verso la fine del periodo Henian, i due fratelli Yoshitsune e Yoritomo ormai saliti al potere si diedero guerra per diventare imperatori del Giappone.
Iniziò così una lotta che coinvolse l’intero paese.
La guerra al di fuori del villaggio era una carneficina: molti uomini morivano, solo i più forti sopravvivevano, erano i samurai. Loro erano degli eroi: da grande sarò come loro…
“Toshiro! Toshiro!Dove sei ?”
“Sono qui!” risposi.
Subito mi trovai davanti Tsubasa, la mia amica d’infanzia, avevamo all’incirca la stessa età. Lei era atletica con una corporatura media e un portamento vivace. Aveva dei lunghi capelli scuri, delle sopracciglia nere e sottili, una fronte bassa e stretta, occhi azzurri e rotondi con uno sguardo allegro, un naso regolare, delle guance un po’ paffute, labbra rosse e sottili, orecchie non troppo piccole e un mento rotondo.
“Perché mi chiami?”
“Tuo padre ti sta cercando.”
“Va bene!Andiamo” risposi.
Vivo in un villaggio non molto lontano da Kyoto; un posto molto tranquillo prima che ci fosse la guerra, circondato da montagne ricoperte di foreste sempre verdi. Qui sono cresciuto con mio padre, in una delle tante casette di legno con il tetto di paglia che costituiscono il nostro villaggio.
Mio padre è un tipo molto buono e forte, è bravo con la spada. Ha una corporatura normale nonostante abbia dei muscoli che alzerebbero un carro senza problemi e un portamento composto come un soldato. I suoi capelli neri arrivano appena sotto il collo, le sue sopracciglia castane non sono folte come quelle degli altri uomini ma sottili, ha una fronte poco alta, occhi scuri dallo sguardo penetrante, un naso regolare e delle magre, le labbra pallide tanto da sembrare quasi un morto, delle orecchie piccole e un mento rotondo.
Entrando vedo c’è mio padre con una spada davanti a sé e con espressione non molto diversa dal solito ma un po’ preoccupata.
“Perchè mi hai chiamato?”
“Toshiro, devo dirti una cosa molto importante.”
“Cosa, padre?”
“Tu in realtà sei uno dei figli dell’imperatore Minamoto no Yoshitomo!” Rimango ammutolito a quella frase, ma lui continua:
“Tuo padre ti affidò a me quando eri ancora in fasce. Io, come suo samurai, gli obbedii e mi rifugiai in questo villaggio. Dopo qualche giorno fu ucciso dall’imperatore Taira no Koyomori. Ora i tuoi due fratelli, Yoshitsune e Yoritomo, hanno ucciso Taira per prenderne il posto. Purtroppo ci può essere un solo imperatore, così hanno diviso il paese in due schieramenti e si combattono ogni giorno per il trono.”
Si ferma e mi fissa con il suo sguardo penetrante, poi riprende:
“Toshiro, tu sei l’unico che può fermarli ”
“Ma come, è impossibile! E poi io sono figlio tuo non dell’imperatore Minamoto!” “Ragazzo, so che ti può sembrare impossibile, ma tu sei suo figlio, il “Prescelto”, l’unico che possa fermare questa inutile lotta per il potere. Tu sei il prescelto per impugnare la scimitarra dei tuoi antenati, che è stata usata per sigillare il potere dei cinque Draghi Elementari: quello dell’acqua, della terra, del cielo, del fuoco e della foresta ”
“Intendi la Spada della Pace?”
“Sì. Sai perché si chiama così?”
“No.”
“Bene, allora te lo spiegherò io. Devi sapere che moltissimi anni fa i cinque draghi di cui ti ho parlato distruggevano, uccidevano e riducevano alla miseria qualsiasi cosa in questo paese, ma un ragazzo coraggioso tuo antenato li uccise, sigillando il loro potere nella sua spada. Poi prese la spada e la portò in una grotta sotto alla cascata del monte, in fondo a questa valle. Lì, la sigillò con una potente magia, facendo in modo che solo il prescelto potesse prenderla.”
“Quindi vorresti che io andassi a prenderla?”
“Io non solo voglio, te ne prego, e oltretutto il prescelto deve essere libero di volerla usare, non può essere costretto. Quindi accetterai?”
“Permettimi di pensarci fino a stasera” rispondo e poi me ne vado.
Non ci credo, tutto questo non può essere vero. Come posso io essere figlio dell’imperatore Minamoto e anche se fosse come posso essere io il “Prescelto”. Certo so usare la spada, ma è impossibile che sia capace di dominare un potere così grande. Sono così confuso…
A un certo punto sento odore di bruciato provenire dal villaggio, vado a controllare… Il villaggio è in fiamme, gli uomini stanno cercando di spegnere il fuoco: do una mano poi cerco il mio finto padre, quando un uomo mi dice che le famiglie di coloro che possiedono una spada sono state portate via dai soldati di Yoshitsune perché sospettati di appartenere all’esercito di Yoritomo.
Il mio destino è deciso: questa sera partirò per recuperare la spada.
È molto buio, ma il cielo è pieno di stelle e la luna risplende.
La cascata è abbastanza lontana, ma a passo veloce ci arriverò entro l’alba. Il percorso è ripido e tortuoso, ma una volta arrivato posso riposarmi comodamente su un albero.
Appena entrato, la grotta viene illuminata da un semicerchio di fuoco che circonda la spada, intrappolata in un groviglio di rami che escono dalla terra. Mi avvicino cautamente, poi prendo la spada per l’elsa e la estraggo infine, sempre cautamente me ne vado.
Una volta uscito, il cielo sopra di me diventa scuro e subito mi trovo al centro di un tornado di acqua e fuoco. A ogni mio passo la terra si alza sotto i miei piedi e dei rami si attorcigliano attorno alle caviglie.
Torno immediatamente a casa con una velocità straordinaria, mi rifocillo, poi prendo la spada e mi dirigo subito alla fortezza di Yoshitsune. Sembra vuota ma poi, vedendo che qualcuno sta uscendo, pianto la spada per terra e all’istante esce dal terreno un albero che mi nasconde, mi affaccio per vedere cosa succede. Dal portone sta uscendo l’esercito di Yoshitsune e si dirige verso la fortezza di Yoritomo. Dopo che l’esercito si allontano vado davanti all’immenso portone e urlo:
“Posso entrare?”
“Chi sei?”
“Sono Toshiro no Yoshitomo e sono venuto a riprendermi i miei compagni!”
“È un nemico uccidetelo!”
E subito una pioggia di frecce mi viene scagliata contro, ma uno scudo di acqua ferma tutte le frecce facendole cadere a terra, come leggere goccioline. Poi prendo la spada, colpisco con forza la terra sotto i miei piedi rompendo il muro della fortezza, quindi entro nelle prigioni dove molti samurai, soldati, contadini, donne e bambini sono intrappolati.
Li libero tutti e ritrovo gli abitanti del villaggio, tra cui Tsubasa e il samurai. Quest’ultimo, con una faccia molto sorpresa, mi dice:
“Alla fine hai scelto.”
Tsubasa mi si getta al collo dicendomi:
“Pensavo di non rivederti più!”
Sono felice. Ma ho ancora qualcosa da portare a termine quando il samurai, che una volta era mio padre, mi dice:
“Vengo con te”
“Sì, ma sbrighiamoci. Tsubasa, intanto tu e gli altri tornate al villaggio”. “Va bene, ma ritorna” Mi risponde lei. “Ovvio” rispondo io e parto alla volta del campo di battaglia.
Mi sistemo sopra una collina dalla quale si possono vedere i due schieramenti pronti a scontrarsi e, prima che la battaglia inizi, spezzo a metà la terra che separava gli eserciti e urlo:
“Fermatevi!”
Tutti si fermano e si girano verso me, poi il samurai mi chiamo, e dice:
“Lascia parlare me”
Poi mi giro verso le truppe e dico:
“Quest’ uomo ha qualcosa di importante da dire, non ignoratelo”
E lui dice:
“Mi rivolgo ai signori di queste terre, Yoshitsune e Yoritomo, figli dell’imperatore Minamoto, e all’altro vostro fratello Toshiro che è qui con me. Io sono Ichigo Kurosaki, il samurai fidato di vostro padre, questa collana ha il sigillo che lo conferma e sono qui per dirvi cosa è successo veramente a vostro padre. Il giorno dopo che me ne ero andato lui fu assassinato per mano di Taira Koyomori che era posseduto da un demone.”
A queste parole tutti rimaniamo a bocca aperta; il samurai continua:
“Quel demone ha sempre tenuto sotto controllo Taira e ora sta facendo lo stesso con voi, o giovani imperatori.”
“E chi sarebbe costui?”
Chiede Yoshitsune e Yoritomo ribadisce:
“Già chi sarebbe?”
In quel momento una lancia sta per colpire il samurai, io prontamente la tagliai a metà, poi girandomi vedo i consiglieri di corte di entrambi gli schieramenti andare verso il centro del campo di battaglia. A questo punto il samurai riprende a parlare:
“Ti sei mostrato demone maledetto…”
I due consiglieri svengono all’improvviso e, attorno a loro, si crea un’ immensa nube nera dalla quale esce un gigantesco essere con delle corna da toro, il corpo da uomo e le ali da pipistrello, un demone.
Dopo qualche secondo entrambi gli eserciti vengono trucidati, non ho mai visto così tanto sangue in vita mia.
Quel diavolo ha ucciso quasi tutti, siamo rimasti solamente: io, il samurai, le guardie reali, Yoshitsune e Yoritomo.
Subito il demone si avventa su Yoritomo, ma Yoshitsune si mette davanti al fratello per proteggerlo, cosi il demone lo colpisce a morte.
Io, mentre l’essere ride per la morte di Yoshitsune, mi lancio alle sue spalle e lo taglio in due.
Yoritomo piange e Yoshitsune, prima di spirare, si rivolge a me:
“Così tu sei Toshiro, il Prescelto…sono contento di averti visto una volta prima di
morire…”
Mi getto su di lui piangendo.
È finita. La pace è tornata.
Qualche giorno dopo torno a casa, Tsubasa mi abbraccia e piangendo mi dice: “Mi ero veramente preoccupata.”
“Ora è tutto a posto.” La rassicuro.
Sono sicuro che ora nulla mi preoccuperà più perché finché avrò questa spada, questa terra non sarà più toccata dal male.

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