Delitto a capodanno

DELITTO A CAPODANNO

Marco Sbrissa

Liceo “J. Da Ponte”, Bassano del Grappa

 

Il commissario Plum scese dalla macchina borbottando qualcosa di incomprensibile e si richiuse la portiera alle spalle.

«Solo io potevo lavorare a Capodanno, accidenti», disse tra sé e sé.

Si diresse verso la scena del delitto dove lo aspettava l’ispettore Mustard.

I due si salutarono con un cenno del capo.

Poi il commissario cominciò: «Qual è la situazione?»

«La vittima è un uomo sulla quarantina, è stato ritrovato dietro un cespuglio nel giardino. Ha un foro lasciato da un proiettile proprio in centro alla fronte», disse l’ispettore.

«Ora del decesso?»

«All’incirca mezzanotte»,

«Partiamo bene, non sappiamo se è morto l’anno scorso o oggi… dimmi almeno che ci sono testimoni!»

«Per ora non si è fatto avanti nessuno».

«Si sa se sono stati esplosi dei fuochi artificiali allo scoccare della mezzanotte?»

L’ispettore rispose: «Sì, ci siamo già informati a riguardo: per quindici minuti c’è stato un frastuono assordante in tutto il quartiere».

«Hai chiesto se gli invitati erano tutti fuori ad assistere ai fuochi d’artificio?»

“Certamente. Li ho interrogati uno a uno: erano tutti in giardino, ma la vittima non era con loro». «Interessante… significa che il delitto deve essere avvenuto prima», rifletté il commissario.

Plum entrò in casa per ispezionare il luogo del delitto. Nessuna ipotesi si affacciava alla sua mente e intanto borbottava tra sé e sé: «Ma sempre a me capitano casi così complicati, mannaggia!»

Il salone della festa era stato fatto sgombrare, nessuno poteva entrare. Nella stanza c’erano il commissario e l’ispettore insieme ai tre organizzatori. Il passo successivo consisteva nella perlustrazione del luogo.

Mentre l’ispettore interrogava i tre uomini, Plum ispezionava l’arredamento: il pavimento, le pareti e il soffitto, alla ricerca di qualche indizio.

«Sembra tutto in ordine qui dentro…», disse tra sé e sé.

«Ci sono tanti calici… non tutti sono riempiti… forse gli invitati avevano fretta di correre ad assistere allo spettacolo pirotecnico!»

Poi gli cadde lo sguardo sul cavatappi vicino all’unica bottiglia di spumante, della migliore

 

annata, stappata e vuotata per intero. Lo prese tra le mani, era particolarmente bello.

«Caspita! Ma è un cavatappi Farfalli, un cavatappi di Maniago!»

Si ricordò di essere stato in quel paese all’inizio della sua carriera da commissario, quando venne mandato in Friuli Venezia Giulia – un giorno d’inverno – a svolgere il suo primo incarico.

Senza idee, Plum si avvicinò agli organizzatori e mentre Mustard chiedeva loro cosa stessero facendo allo scoccare della mezzanotte, l’occhio gli cadde direttamente su un bellissimo orologio da polso.

«Signor Scott, posso vedere quel Philip Watch che tiene al polso? Sono un collezionista di orologi».

«Tenga pure», rispose Scott, «È un vecchio modello, ma ha sempre fatto il suo dovere con gran precisione».

«Non ora, signor Scott! Ma si è accorto che è avanti di dieci minuti?»

Ci fu un istante di silenzio. Scott stava riflettendo.

«A dire il vero… il signor Green, abituale frequentatore delle feste, mi aveva detto di essere un collezionista e prima della mezzanotte ricordo che mi aveva chiesto di poterlo vedere. Forse è stato accidentalmente spostato in avanti proprio in quel momento».

«Mustard, controlliamo la stanza!», continuò Plum.

Si trattava di un salone arredato in stile antico, con grandi lampadari di vetro appesi ai soffitti e mobili con decorazioni sfarzose ma segnate dai tarli.

C’erano tanti candelabri, le foto di famiglia, quelle con il nonno in panciotto e l’orologio da taschino. Lo sguardo di Mustard andava dritto agli oggetti che rappresentavano le sue passioni. C’era anche un orologio a cucù, che in quel momento ricordava ai presenti che erano le due di notte passate.

Sul lato sud, che si affacciava sul giardino, c’era un’enorme vetrata da cui si poteva ammirare in tutto il suo splendore il parco sottostante. La stoffa preziosa che proteggeva le finestre era stata sapientemente aperta come un sipario.

«Posso uscire in terrazza?», chiese Plum.

Green, uno degli ospiti, rispose: «La finestra è aperta, prego».

Quando Plum si affacciò, la polizia stava facendo un sopralluogo intorno al corpo della vittima, su cui era stato steso un lenzuolo bianco. Dall’alto si vedeva bene la siepe dietro cui spuntava il corpo.

Fu allora che al commissario venne un’idea, ma l’ipotesi doveva trovare conferma.

Rivolgendosi a Mustard, Plum disse: «Ti devo parlare!»

«Ha risolto il caso, giusto commissario?», domandò con un mezzo sorriso l’ispettore.

«Non ancora, sto lavorando su qualche indizio, ma dobbiamo trovare l’arma del delitto»,

In quel momento Mustard venne chiamato dai suoi uomini.

«Commissario, i miei ragazzi hanno rinvenuto una pistola sotto il corpo della vittima».

Mustard azzardò: «Potrebbe essere un suicidio?»

 

«No, come poteva la vittima nascondere la rivoltella sotto il suo corpo dopo lo sparo?»

Il caso sembrava proprio senza soluzione.

Plum non si dava pace, aveva sacrificato la sua festa e non poteva ora venire meno al proprio dovere: trovare la soluzione.

«Nemmeno fossimo a Maniago! Lì sì che di armi ne hanno tante. Qui invece abbiamo un solo cavatappi, a parte la pistola rinvenuta sotto il corpo della vittima», disse a voce alta Mustard.

Fu nell’istante che seguì questa affermazione che Plum ebbe l’impressione di avere la soluzione in pugno. Chiese di poter interrogare tutti nuovamente. A ciascuno fece domande curiose.

A tutti però rivolse una stessa domanda: “Ha un orologio?”

Ottenne risposte molto diverse, ma gli fu confermato che tra gli invitati c’era un collezionista di orologi. Il caso per Plum ora era risolto.

Fece convocare Scott e Green.

«Signor Scott, quando si è accorto che il suo orologio era in anticipo di dieci minuti?»

«Quando lei me Io ha fatto notare, poco fa, signor commissario», rispose Scott alla presenza di Mustard.

«È un orologio di un certo valore, come ho già detto, perché io sono un appassionato di questo genere di oggetti».

«E ha mai riscontrato un difetto nell’indicare l’ora?»

«No, commissario!»

«Si è accorto di avere stappato lo spumante prima della mezzanotte?»

«Certamente, quando gli ospiti me lo hanno fatto notare, ma ormai avevo aperto la bottiglia e altri mi hanno seguito a ruota»,

Plum concluse: «Va bene così, grazie signor Scott, può andare»,

«Avanti il signor Green, ispettore!»

«Signor Green, ha partecipato al brindisi di Capodanno?»

«Certo commissario, ho festeggiato l’anno nuovo con uno squisito Brut di ottima annata, 1999». «Bene! La dichiaro in arresto, signor Green, mi segua in commissariato».

«Mustard, mettigli le manette, il caso è risolto!»

Il mattino dopo i quotidiani titolarono: “Assassinio di Capodanno! II grande Plum risolve ancora una volta un caso complicato».

«Mustard, hai capito cosa è successo?», stava dicendo Plum all’ispettore intento a leggere la notizia di stampa.

«Commissario, a dire il vero no, ma sono tutto orecchi!», rispose Mustard.

E Plum: «Green aveva un debito con il povero James, legato a vecchi prestiti, soldi che non avrebbe

 

mai potuto restituire. L’unica soluzione per lui era eliminarlo, la vittima non aveva eredi».

Continuò Plum: «Le bottiglie stappate erano tutte di Franciacorta, Green ha detto invece di aver bevuto un ottimo Brut, ciò significa che nel momento dello sparo non era in salone»,

«Il signor Scott mi ha riferito che il signor Green è un grande intenditore di orologi e mi ha anche segnalato che prima della mezzanotte l’assassino gli ha chiesto di poter vedere l’orologio, che gli è stato dato in mano. Solo chi conosce bene un Philips Watch, caro Mustard, sa come modificare l’ora. Capisci?»

“Continui, Plum, non si smentisce mai».

«Green aveva volutamente portato in avanti di dieci minuti le lancette dell’orologio di Scott, organizzatore della festa che avrebbe stappato la bottiglia, e contava su di un gran botto con cui avrebbe coperto lo sparo».

«Perché ritiene che il fatto sia accaduto in giardino?», lo incalzò Mustard.

«Perché affacciandomi al balcone ho capito che dal giardino, con le tende sistemate ai lati, si poteva ben vedere l’istante in cui tutti sarebbero stati occupati a brindare, e inoltre è stato Io stesso Green a segnalarmi che la porta che dava sul terrazzo era aperta»,

«Aggiungi che non è stato attento a leggere bene le etichette sulle bottiglie, rigorosamente tutte di Franciacorta».

«Se non fosse stato per il cavatappi di Maniago, non avrei mai risolto questo caso!»

E Mustard, ridendo, concluse: «Peccato solo averci impiegato un anno!»