Rossetto gusto fragola

ROSSETTO GUSTO FRAGOLA

Enrico Zonta

Liceo “Grigoletti”, Pordenone

 

Intenso odore di deodorante. Inebriante, mi riempie le narici. Ora rasoio. Zzz! È scarico, ecco il caricabatteria. Zzzzzzzzzz… Non mi devo graffiare, dai. Ahi! In questo punto del collo è sempre fastidioso. Va bene, ci siamo quasi. Ecco, tutto liscio! Ora il dopobarba. Molto profumato anche questo. Bene, ora esco dal bagno. “Un’ora come le femmine?”. Non rispondo nemmeno, papà è sempre che rompe. Jeans Levi’s? Ci sono. Maglietta Fred Perry? Eccola. Felpa Abercrombie? Devo averla dimenticata da nonna. Ecco quella Diesel, va bene uguale. Il profumo Saint Laurent, visto che ci siamo. Coltellino pieghevole? Sì, sempre in tasca. Regalato da Matteo, ce l’ho sempre con me. Che colpo quando ieri l’ho quasi perso! Da quello che dice Matte, proviene da un suo qualche parente che li produce in Friuli artigianalmente, quindi è ‘prezioso’.

“Sono pronto, andiamo!”. Porta che si apre, chiave, Due giri e via. Apro la portiera, salgo e la richiudo. Vroom, “Mi raccomando, non bere e non fumare!”. “Papà sono i soliti amici, cosa vai a pensare”, “E chiamami a mezzanotte che ti auguro buon anno”. Sbuffo, giro gli occhi al cielo. “Sono arrivato, ciao”. Driiiin. Click. Cancello aperto. Porta si apre, “Ciao Matte”. E lui “Ciao Michele, gli altri son di là, entra”. Vociare in sottofondo. Saluti di rito e abbracci. I soliti dieci amici usuali, tra cui lei. Incrocio Io sguardo e lo sposto. Francesca. Come al solito. Nonostante quello che mi ha detto Matteo, non sono ancora riuscito a parlarci e provarci. Che stupido sfigato! Poi vediamo come va. “Settimana bianca” allo stereo, prima cassa di birra e via. Seconda e terza birra, le trangugio. Forse dovrei andarci piano, sono appena le dieci e trenta. Matteo e Francesca chiedono chi esce per una cicca. “lo!”. Mi stupisco io stesso. Giubbotti, accendino, e usciamo. Fuori, iniziamo a fumare. Io e Francesca parliamo. Scuola, i prof, sì troppo da studiare, latino è proprio inutile. Mi ritrovo ad essere più loquace. Sono euforico. Iniziamo a scherzare su banalità. Sì, sei proprio bassa. E no, non sono forte a calcio, è vero. Almeno siamo meglio a scuola di Giacomo, dai. Finita la sigaretta rientriamo. Musica, ‘Hangover’ a palla. Io e Francesca la cantiamo a squarciagola insieme. Poi ‘Cupido’, `Without you’ e `Can’t hold us’, le balliamo tutte assieme, tra un gin tonic e due malibu cola ciascuno. Mi gira un po’ la testa, ma continuo a ballare. L’alcool si fa sentire, è la prima volta che ne bevo così. “Altra cicca?” chiede Francesca. Rispondo solo io, e allora fuori. Panchine, fumiamo, ridiamo e parliamo. La sua testa sulla mia spalla. Altra sigaretta, gliel’accendo e poi l’accendo a me, La sua gamba sulla mia. Esattamente sopra il coltellino che è in tasca. Terza cicca, il mio braccio che la cinge. Finita, non torniamo dentro. Ci guardiamo negli occhi. La tensione del momento. Battito cardiaco a mille. Testa che gira ma ancora un po’ lucida. Eccolo. Il bacio, il primo. Le sue labbra fresche. Il gusto di rossetto fragola, sigaretta e alcool assieme. L’ebbrezza, l’inebriamento. Il sapore nuovo. Il tatto dei suoi capelli. Le sue mani sulle mie spalle. Emozioni, sentimenti che scorrono. E testa che gira. Capisco che i miei ricordi saranno annebbiati. Mi prende la mano e mi porta dentro. Altra musica. Luci stroboscopiche. `Not afraid’ e ’50 special’. Ma sono canzoni da 2020? Boh, “Matte cambia playlist”. “Ma cosa vuoi te che sei andato”. E giù a ridere. Anche io. Capisco poco. Ma Francesca? Sta ballando e non riesco a starle dietro. Mi siedo sul divanetto. Mi accorgo: meno di tre minuti! Inizia il countdown.

-10, -9, -8, -7, -6, -5, -4, -3, -2, -1… Buon 2020 a tutti!! Cerco Francesca per darle un altro bacio, ma è con gli altri. Faccio gli auguri a tutti. Testa davvero tanto pesante. Mi siedo, gira tutto. Gira tutto tanto, “Andiamo fuori a vedere i fuochi?”. Escono. Io sto lì seduto. Lo stomaco gorgoglia, la gola è secca. Pian piano sento risalire tutto. Testa che gira tanto. Porta del bagno. Mi alzo. Mi muovo. Entro. Tutto che sale. Mi chino appena sopra la vasca, ecco. Vomito, nauseabondo e puzzolente. Odora di malibu e gin. Tutto quello che ho bevuto si riversa nella vasca. Sento un po’ il mio dopobarba e deodorante. Il sapore delle labbra di Francesca sembra lontanissimo. Non più rossetto e fragola. Solo alcool e succhi gastrici. Resto seduto lì, in trance. Sorso d’acqua, Puah. Risputo. Bava che cola, carta igienica. Voglio Francesca. “Francesca! Francescaaa! Francescaaaaaa!”. Niente. Capisco poco. La testa gira tanto. Striscio fuori. Tappeto, morbido. Mi stendo. Vibra la gamba. Ho addirittura allucinazioni sensoriali? Ah, papà. Non rispondo, non posso. Mi serve qualcuno. “Francescaaaaa! Matteooooo!”. Striscio. Cucina. Sedia. Cerco di alzarmi. Niente, non riesco. Provo. E di nuovo. E ancora. Okay, ora forse. Ecco, si mi appoggio al tavolo. C’è la finestra. Eccoli, fuori sul terrazzo. Un, due, un, due, Ecco la porta. Perché non si apre? È bloccata? Ah, c’è il gancio. Non riesco ad aprirlo. Non riesco ad aprirlo!!! Vabbè, gli tiro una spallata. Uno, due, tre, crock! Che colpo alla spalla. Non si apre ancora, perché? Uno, due, tre, crock! Nemmeno!? Un volto dietro la finestra? Matte! Criick, la porta si apre. Sento due braccia sotto di me, poi aria fresca, Che male la spalla. Ecco Francesca! Le parlo ma non si gira. Francesca, perché? Freddo sulla schiena, mi han messo su una panchina. E non ho il giubbotto! Toh, eccone uno sopra di me. “Grassie”. Sempre il coltellino nella mia tasca. La testa gira tanto, anche con gli occhi chiusi. Cosa sta succedendo? Sempre più buio… Sempre più buio… Sempre di più…

Vibra la gamba di nuovo? Sussulto. Asciugo la bavetta sulla bocca. Ancora papà, non posso rispondergli ora. Che male la testa. E che male la spalla. Cosa è successo? Si, ho baciato Francesca. Quelle labbra sapor rossetto gusto fragola. Eccoli, Francesca e Matte. Il mio grande amico e la ragazza che ho baciato. Che bello, sono qua da soli vicino a me. Ma perché sono soli? Dove sono tutti? E perché Matte ha un braccio sulla sua spalla e l’altro appoggiato sulla ringhiera? Perché la vuole abbracciare? È mia, l’ho baciata io! Provo a parlare, ma mi si spezza la voce in gola. Eppure non si stanno abbracciando. Ma lei Io guarda. Tanto, Come guardava me. Eccoli, si fumano un’altra sigaretta insieme. Lui sempre un braccio su di lei. Eh no eh, basta. Mi alzo. Riesco a stare in piedi, wow. Tiro fuori coltellino friulano. Un, due, un, due. Sempre più vicino, sempre suo dannato braccio. Ora gli farò capire. Non può provarci con lei. Sa di sicuro cosa è successo, non può. Lo capirà, grazie allo stesso coltellino che mi ha regalato. I passi sono pesanti. Non aspetto altro che sferrare il colpo. Freddo. La testa gira, la spalla cede, passi pesanti. Si accorgono, si girano entrambi. Matte, pupille dilatate, inorridito. Fanno un passo indietro. Sento un flusso in corpo. Adrenalina. Lascio cadere il coltello. Clack. Batte a terra. La testa gira. Matte e Francesca mi fissano. Matte sposta Io sguardo dal coltellino a me. Io non riesco a guardarli. D’un tratto sono lucido e capisco. ‘Cheap Trills’ is sottofondo. Vento, freddo. Cosa stavo facendo? Mi lascio cadere a terra. Tonf. Il pavimento è umido. “Michele, tranquillo è tutto okay”. “Michele, stai bene?”. Tutto buio. Io vedo solo l’orrore negli occhi di Matte e Francesca, Il coltellino nella mia mano. La mia amicizia con Matte. Stavo per colpirlo, col suo regalo. Colpire la nostra amicizia. Tremo. La testa gira. Lo stomaco gorgoglia. Cosa pensavo di fare? Sento tutto salire. Le Vans di Matte, grigie. Sento l’odore del mio dopobarba, e ripenso al rossetto fragola di Francesca. L’orrore nei suoi occhi. Sale tutto. Puah, ecco, Di nuovo il mio vomito. Per terra e sulle scarpe. Le Vans di Matte, grigie e ora un po’ verdi. Di nuovo io con il coltello e il loro sguardo. Di nuovo, sale. Di nuovo, puah. Vans di Matte ora tutte verdi. Sento il mio sudore freddo, misto al deodorante, È inebriante.