UN’IMPORTANTE EREDITÁ

Aurora Andreoli
I.C. Sondrio “Centro” G. P. Ligari

La sveglia suonò, e Brigitte venne interrotta nel mezzo di un bel sogno.
Era un giorno molto importante per lei: quel mattino avrebbe partecipato al più famoso concorso culinario francese, indirizzato a chef provenienti da tutto il mondo.
La ragazza aveva imparato a cucinare quando era piccola; la sua grande maestra era stata la sua nonna materna, ma l’arte gastronomica nella sua famiglia era da tutti considerata molto importante, quasi un’arte.
Dopo essersi lavata, vestita e truccata, Brigitte, prima di uscire, prese il suo coltello “porta fortuna”. I suoi genitori le avevano regalato quel prezioso oggetto, appartenuto alla nonna, per il suo sedicesimo compleanno, per incoraggiarla a seguire il suo sogno: diventare un famoso chef stellato. Era novembre. Un venticello fresco sferzava i volti dei passanti e le tinte calde degli alberi rendevano 1′ atmosfera parigina ancora più magica.
Arrivata alla stazione metropolitana di “Charles de Gaulle”, la ragazza si affrettò a salire su un vagone sovraffollato, sperando di trovare un posto a sedere. Durante il tragitto, all’ incirca di un quarto d’ ora, nella mente di Brigitte iniziarono a riaffiorare i felici ricordi di un’ infanzia ricca di affetti: iniziò a pensare a sua nonna, a quando le preparava la sua torta preferita che sprigionava un intenso aroma speziato, e a quando andavano insieme in campagna per cercare i migliori champignon ancora bagnati dalla rugiada notturna. A distogliere la ragazza dai suoi pensieri fu l’altoparlante, che annunciava l’arrivo alla stazione “Place d’Italie”.
Erano le 8:30 e la competizione sarebbe iniziata alle 9:45. Era assolutamente in orario, e tutto andava secondo i piani.
Brigitte si preparò a scendere dal vagone, ma quando si voltò per prendere la scatola contenente “il coltello”, non la trovò: sembrava essere sparita nel nulla. In preda al panico, la ragazza iniziò a cercarla tutt’intorno: non c’era da nessuna parte. Non poté fare altro che constatare che le avevano rubato uno dei suoi più bei ricordi.
Aveva smarrito il suo coltello, ma non poteva rinunciare ad un’occasione così importante: se avesse vinto, avrebbe infatti potuto lavorare come chef in uno dei ristoranti più rinomati di tutta Francia. Ancora abbattuta, si trascinò fuori dalla stazione e si avviò a passo lento verso la sede della gara. Come poteva averlo perso? Che sciocca! Non aveva prestato abbastanza attenzione, come d’abitudine .
Lungo la strada arrivò in prossimità di un Caffè dall’aria accogliente: tavolini in legno smaltati color pastello, vasi con fiori colorati, poltroncine di velluto e un profumo intenso di caffè del Brasile: proprio ciò che serviva a Brigitte! Erano le 8:50; aveva abbastanza tempo per sedersi qualche minuto per riflettere sull’accaduto. Iniziò a pensare alle emozioni che “il coltello” le suscitava: ogni volta che ne afferrava il manico di legno pesante pensava alla figura di sua nonna che tagliava
le carote a julienne, che sminuzzava il cioccolato per frane una crema golosa, oppure che “danzava” in cucina controllando che le pietanze per i cari nipoti fossero perfette. La ragazza giunse alla conclusione che non era materialmente il coltello a portarle fortuna, bensì i ricordi che le ritornavano in mente ogni volta che usava quell’utensile. Per fortuna le dolci memorie di quando era piccola non erano scomparse con il coltello: bastava pensare all’affettuosa nonna.
Brigate finì di sorseggiare il suo café crème, pagò il conto e, pervasa da un’immensa gioia, si avviò verso la sfida che la aspettava.
I partecipanti erano 586 e il concorso era suddiviso in cinque parti: un test a crocette inerente le conoscenze culinarie e le tecniche di preparazione, la preparazione di un’ antipasto, di un primo piatto, di un secondo e, infine, di un dessert, a scelta.
Brigitte svolse tutto alla perfezione, cucinando con amore, come per offrire il proprio cibo alla nonna che la osservava e la proteggeva dall’alto.
I giudici si complimentarono con lei numerose volte, ammirando sia la sua tecnica perfetta, sia la sua innovativa creatività. Quando la competizione finì, la ragazza era soddisfatta. Non le restava che aspettare l’esito finale, che le avrebbe potuto cambiare radicalmente la vita.
Era una serata relativamente calda per essere nel mese di novembre, così Brigitte decise di fare una lunga, rilassante passeggiata sul lungo Senna illuminato. Quale modo migliore di finire una giornata così straordinaria?
Brigitte arrivò a casa verso le 20:15 di sera, si svestì e si mise il suo comodo pigiama, accese la televisione e, come d’abitudine, ascoltò i messaggi in segreteria.
I giorni passarono veloci. Novembre finì. Le foglie caddero e il freddo inverno iniziò a farsi sentire. Non era arrivata alcuna notizia relativa al concorso culinario, per cui Brigitte diede per scontato che non avesse vinto; anche il suo coltello non era più stato ritrovato, ma i ricordi della nonna erano più vividi che mai.
Un venerdì pomeriggio, mentre la ragazza stava cucinando per degli amici, arrivò una telefonata: erano gli organizzatori del concorso. Le comunicarono che aveva vinto e presto sarebbe andata a lavorare in un famoso ristorante parigino.
Era il 22 dicembre, solstizio d’inverno, e con il cambiare della stagione, anche la vita della ragazza mutava completamente. Un risvolto positivo e alquanto inaspettato. Ma le sorprese non erano finite: infatti, quella stessa sera Brigitte ricevette un messaggio nella segreteria telefonica da parte di un uomo che aveva trovato una misteriosa scatola tra i rifiuti; riportava sopra il suo nome e, dentro, c’era il suo coltello.
La ragazza era gioiosa, felice come non mai; si rese però conto che questa volta non era stato il coltello ad averle portato fortuna, ma la forza dell’affetto e dell’amore per una persona che le aveva sempre voluto bene e che l’avrebbe protetta per sempre.

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